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I Privilegiati di Jonathan Dee è un libro del 2010 edito da Neri Pozza, io l'ho letto nell'edizione economica di Beat.
La moralità è al centro di questo romanzo, o meglio un concetto distorto della stessa, quasi si trattasse di una forma di moralità che si è sviluppata nella società attuale in cui i legami affettivi sono sempre meno diffusi, in cui aumenta la solitudine e conta solo dare il massimo possibile a chi si vuole bene, senza badare ai mezzi che si utilizzano per raggiungere l'obiettivo.
Nella mia esperienza di lettura, il primo capitolo da solo ha dato gran parte del valore al libro. Qui Dee racconta il matrimonio dei due protagonisti, il tutto sembra una grande sinestesia fatta di voci, suoni, colori. Mancano le emozioni, o meglio, sembra non arrivino mai ad un certo livello di complessità.
Il modo in cui Dee inizia il libro ha rafforzato in me l'idea che la famiglia che Cynthia ed Adam creano, sia quasi una famiglia autogeneratasi, senza radici. Infatti lungo tutto il libro ciò che è importante per i due è l'amore che provano l'uno verso l'altra e i loro figli. Come se il passato dovesse essere cancellato per progettare e costruire un presente e un futuro nuovi e più appaganti. Non credo sia infatti un caso che anche l'autore stesso ci lasci intravedere soltanto alcuni aspetti delle famiglie d'origine dei protagonisti, inserendole nella storia, ma lasciando aleggiare dei significati che non vengono mai approfonditi.
Nel corso della storia, Adam si dedicherà a forme illecite di speculazione finanziaria, arrivando ad arricchirsi enormemente e lo fa poiché desidera in qualsiasi modo poter dare tutto quello di cui hanno bisogno la moglie e i propri figli; ma è come se questi "bisogni" non finissero mai e ciò sfocierà in forme diverse di disfunzionalità.
Nel complesso il libro ha avuto il suo fascino, mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine. La parte che mi ha deluso è stata proprio il finale, che mi è parso più come la fine di un capitolo che la fine del libro.
I personaggi di questa storia non si amano, vengono mostrati nel modo in cui si sono costruiti e non emerge il lato più vero e profondo delle loro personalità, probabilmente oltre a questi begli involucri da riempire di cose materiali non c'è molto altro. Questo vuoto credo sia all'origine della grande tristezza che mi ha suscitato "I privilegiati".
Buona lettura!
Ciao! Prima di tutto benritrovata! ^^ Non conosco questo libro, ma la copertina mi piace molto!...
RispondiEliminaHa colpito molto anche me la copertina! Ciao :)
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