Acciaio mi incuriosiva da tempo. Qualche mese fa Amazon lo dava disponibile gratuitamente in ebook con in allegato il primo capitolo del nuovo libro della Avallone. Ovviamente ne ho approfittato.
Questo primo lavoro della Avallone ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2010 e si è candidato secondo al Premio Strega dello stesso anno. Insomma una garanzia. Il libro però mi ha deluso tantissimo arrivando ad irritarmi.
Siamo a Piombino in un quartiere popolare identificabile con il reale quartiere Il Lombricone, a tutto il libro fa da sfondo l'acciaieria Lucchini. La storia ruota attorno alla vita di Anna e Francesca, due adolescenti che hanno appena finito la scuola media. Le due ragazzine sono unite da una di quelle amicizie particolari, quasi morbose che possono essere molto frequenti a quell'età. Entrambe provengono da famiglie disagiate che vivono del lavoro alla Lucchini.
Fin qui tutto bene, le premesse per un buon romanzo ci sono e nei primi capitoli sembrava promettere bene. Innanzitutto il lavoro in acciaieria, l'ingiustizia delle morti bianche, la vita in provincia, la confusione dell'identificazione sessuale nascosta dietro all'amicizia delle due ragazzine, il vissuto di smarrimento dei giovani che ha avuto il suo inizio proprio a inizio nel 2000...
Mano a mano che leggevo però queste buone premesse si sono dissolte in una grande delusione. L'amicizia fra le due ragazze diventa qualcosa che si avvita su se stessa in maniera poco realistica portandole a fare azioni, ad avere pensieri ed emozioni che non ho sentito come parte di due ragazzine di 13 anni; Sia i personaggi principali, sia i secondari per lo più agiscono in maniera sconnessa rispetto a ciò che accade loro. Francesca e Anna evolvono in modo talmente paradossale e irrealistico che mi hanno fatto sentire vera e propria irritazione. Un solo personaggio fino ad un certo punto aveva avuto un buon spessore, Alessio, fratello di Anna, poco più che ventenne e operaio alla Lucchini. Ho il sospetto, però, che la sua sorte sia stata modificata in corso d'opera visto che ad un certo punto del libro viene data un'anticipazione sul suo destino che poi però muta inspiegabilmente e drammaticamente! Pensavo di aver interpretato male, ma la mia stessa impressione l'hanno avuta anche altri lettori dai commenti che ho letto su anobii e goodreads.
Vengono introdotti talmente tanti temi che poi vengono lasciati lì senza un approfondimento (violenza, abuso, droga, malaffare, depressione, prostituzione). Addirittura mezzo capitolo è dedicato all'attentato alle torri gemelle, ma mi ha dato l'impressione che l'evento sia stato incastrato lì senza un motivo. Spero che la scelta di ambientare il romanzo nel 2001 sia legata ad aspetti socio-culturali e non ad un espediente per poterci infilare l'11 settembre.
L'ultimo capitolo, epilogo della storia, l'ho trovato del tutto slegato rispetto al resto, le azioni e le emozioni di Anna e Francesca non sono coerenti con gli eventi e tutto rimane sospeso.
Lo stile di scrittura non mi ha fatto una buona impressione, vengono utilizzati termini dialettali all'interno della narrazione in terza persona e quasi mai durante i dialoghi. A mio avviso, l'utilizzo del dialetto sarebbe stato molto più significativo e avrebbe reso di più se fatto nei dialoghi o come scelta stilistica globale, ma termini buttati qua e là mi hanno dato una sensazione di disarmonia.
Come a molti lettori, mi capita di cercare immagini dei luoghi dove sono ambientati i libri che leggo, in particolare se questi luoghi sono, come in Acciaio, protagonisti della storia. Facendo queste ricerche ho avuto modo di leggere che gli abitanti di Piombino, e in particolar modo gli operai della Lucchini e le loro famiglie, hanno pesantemente criticato il libro per le numerose modifiche fatte ai luoghi in cui è ambientata la storia, per come vengono dipinti i quartieri e gli abitanti della periferia e per l'aver trattato con eccessiva leggerezza il tema delle morti bianche.
Si tratta di un romanzo, ma quando i temi principali si rifanno a luoghi e a criticità reali e dolorose forse un po' più di fedeltà nel ritrarre i posti dove sono state ambientate le vite di Anna e Francesca sarebbe stata opportuna.
Questo primo lavoro della Avallone ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2010 e si è candidato secondo al Premio Strega dello stesso anno. Insomma una garanzia. Il libro però mi ha deluso tantissimo arrivando ad irritarmi.
Siamo a Piombino in un quartiere popolare identificabile con il reale quartiere Il Lombricone, a tutto il libro fa da sfondo l'acciaieria Lucchini. La storia ruota attorno alla vita di Anna e Francesca, due adolescenti che hanno appena finito la scuola media. Le due ragazzine sono unite da una di quelle amicizie particolari, quasi morbose che possono essere molto frequenti a quell'età. Entrambe provengono da famiglie disagiate che vivono del lavoro alla Lucchini.
Fin qui tutto bene, le premesse per un buon romanzo ci sono e nei primi capitoli sembrava promettere bene. Innanzitutto il lavoro in acciaieria, l'ingiustizia delle morti bianche, la vita in provincia, la confusione dell'identificazione sessuale nascosta dietro all'amicizia delle due ragazzine, il vissuto di smarrimento dei giovani che ha avuto il suo inizio proprio a inizio nel 2000...
Mano a mano che leggevo però queste buone premesse si sono dissolte in una grande delusione. L'amicizia fra le due ragazze diventa qualcosa che si avvita su se stessa in maniera poco realistica portandole a fare azioni, ad avere pensieri ed emozioni che non ho sentito come parte di due ragazzine di 13 anni; Sia i personaggi principali, sia i secondari per lo più agiscono in maniera sconnessa rispetto a ciò che accade loro. Francesca e Anna evolvono in modo talmente paradossale e irrealistico che mi hanno fatto sentire vera e propria irritazione. Un solo personaggio fino ad un certo punto aveva avuto un buon spessore, Alessio, fratello di Anna, poco più che ventenne e operaio alla Lucchini. Ho il sospetto, però, che la sua sorte sia stata modificata in corso d'opera visto che ad un certo punto del libro viene data un'anticipazione sul suo destino che poi però muta inspiegabilmente e drammaticamente! Pensavo di aver interpretato male, ma la mia stessa impressione l'hanno avuta anche altri lettori dai commenti che ho letto su anobii e goodreads.
Vengono introdotti talmente tanti temi che poi vengono lasciati lì senza un approfondimento (violenza, abuso, droga, malaffare, depressione, prostituzione). Addirittura mezzo capitolo è dedicato all'attentato alle torri gemelle, ma mi ha dato l'impressione che l'evento sia stato incastrato lì senza un motivo. Spero che la scelta di ambientare il romanzo nel 2001 sia legata ad aspetti socio-culturali e non ad un espediente per poterci infilare l'11 settembre.
L'ultimo capitolo, epilogo della storia, l'ho trovato del tutto slegato rispetto al resto, le azioni e le emozioni di Anna e Francesca non sono coerenti con gli eventi e tutto rimane sospeso.
Lo stile di scrittura non mi ha fatto una buona impressione, vengono utilizzati termini dialettali all'interno della narrazione in terza persona e quasi mai durante i dialoghi. A mio avviso, l'utilizzo del dialetto sarebbe stato molto più significativo e avrebbe reso di più se fatto nei dialoghi o come scelta stilistica globale, ma termini buttati qua e là mi hanno dato una sensazione di disarmonia.
Come a molti lettori, mi capita di cercare immagini dei luoghi dove sono ambientati i libri che leggo, in particolare se questi luoghi sono, come in Acciaio, protagonisti della storia. Facendo queste ricerche ho avuto modo di leggere che gli abitanti di Piombino, e in particolar modo gli operai della Lucchini e le loro famiglie, hanno pesantemente criticato il libro per le numerose modifiche fatte ai luoghi in cui è ambientata la storia, per come vengono dipinti i quartieri e gli abitanti della periferia e per l'aver trattato con eccessiva leggerezza il tema delle morti bianche.
Si tratta di un romanzo, ma quando i temi principali si rifanno a luoghi e a criticità reali e dolorose forse un po' più di fedeltà nel ritrarre i posti dove sono state ambientate le vite di Anna e Francesca sarebbe stata opportuna.
Sai che invece a me era piaciuto moltissimo!!!? :D è proprio vero che la percezione cambia da lettore a lettore...
RispondiEliminaTrovo che la Avallone sia una delle migliori giovani autrici italiane al momento...infatti un po 'mi dispiace non aver ancora letto il suo secondo lavoro...
E per fortuna che varia da lettore a lettore :)
EliminaQuando lo leggerai mi farai sapere come trovi il nuovo lavoro
Contaci ;)
EliminaContaci ;)
EliminaAnche io ho l'ebook da un secolo, ma ho sentito talmente tanti pareri negativi che non ho ancora trovato il coraggio di leggerlo.
RispondiEliminaVisto che ce l'hai una possibilità gliela puoi dare...parte bene, crea una certa atmosfera. Mi dispiace davvero abbia sprecato un'occasione!
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