Questo libro non mi ha convinto e mi dispiace perché le premesse erano buone.
Il motivo per cui ho scelto questo libro è stato il luogo dov'è ambientato, sono stata inoltre tentata dall'invitante copertina.
Siamo nel 1986 in un paese immaginario della contea di Mayo in Irlanda, tre sorelle provenienti da Londra e fuggite qualche anno prima dall'Iran dove imperversava la rivoluzione, aprono un locale che sforna manicaretti tipici della cucina persiana. Le tre sorelle si trovano a dover fare i conti con il razzismo e con il percorso per arrivare all'integrazione nella piccola cittadina.
Il tema di base è interessante, ma ho avuto l'impressione che l'autrice abbia utilizzato diversi espedienti per raccontare la storia dando origine ad una zuppa poco riuscita.
All'inizio del libro sembra ispirarsi a Chocolat e utilizza profumi e sapori come elementi magici che hanno finito per irritarmi, li ho sentiti come forzati. Proseguendo con la lettura la vicenda assume toni più pesanti, emergono i primi flashback della vita in Iran durante la rivoluzione. Nella parte finale tutto finisce in allegria ed eccessiva leggerezza, quasi come se si trattasse di un chik lit con un finale poco curato.
Non ho sentito un filo conduttore, come se il libro cambiasse peso, identità. I personaggi stessi li ho avvertiti come poco caratterizzati, appiattiti, non hanno preso vita; alcuni di essi mi sono sembrate macchiette. Ho avuto l'impressione che l'autrice abbia fatto lo sforzo di dare loro spessore aggiungendo descrizioni leziose.
Leggerezza, ironia e temi forti miscelati male.
Sto provando da un bel po' ad aggiungermi al tuo blog, ma blogger si rifiuta. Ci tenevo a dirti che terrò d'occhio il tuo blog, anche nel mio parlo di libri e mi piace confrontarmi.
RispondiEliminaCi farò un salto, grazie per la visita! !!
EliminaOra che lavoro in biblioteca questo blog è prezioso... grazie !
RispondiElimina:) bel lavoro :)
RispondiEliminaGrazie Giuseppe